Lontanissimi
i
frastuoni della vita
Di
qualsivoglia vita
Butto sul
piatto
brandelli
di risa
sguardi e
parole
e qualche
silenzio
Tu
rilanci di brividi
al buio
abilità
sopraffina
nel
volermi volere
volando
basso
a
sfiorare i miei fianchi
di
sciroppo di datteri
Arraffi
il piatto
vorace
predatore
sinuoso
di
allusioni velate
o anche
no
Aforismi
in crescendo
e mani
immerse
in
respiri immobili
e
velocissimi
Consistenza
irrisolta
di pelle
fragile
che trema
e vacilla
di aria
talmente
densa
da
inciderla
Quasi un
subdolo gioco
svelato
tasti
bianchi e neri
tastiera
insolita e tesa
sotto
le mani
arpeggianti
Nessuna
nota
che
stride
nessun
giocatore
che bara
..solo
stralci
di membra
possedute
di vita
e un
solfeggio di sensi
ripiegato
su se’

E un nero letto, nero come un pianoforte, i tasti siamo noi e la musica che si diffonde è sempre nuova, ogni nota una scoperta, mai paragonabile a musiche suonate nella vita scorsa. Una nuova canzone senza parole a cui ci abbandoniamo senza pensare a domani. Domani.....sarà bello il domani se viviamo l'oggi come un dono.
RispondiEliminaA.L.